Entrare nel mondo del golf professionistico è un traguardo che richiede talento, determinazione e sacrificio. Alessia Nobilio lo sa bene: dopo anni di crescita e successi nel circuito dilettantistico, la giovane golfista italiana sta vivendo la sua prima stagione sul Ladies European Tour (LET), un passo decisivo nella sua carriera.Dalle emozioni del debutto alla preparazione tecnica e mentale, passando per il confronto con le migliori giocatrici del circuito, Alessia ci racconta il suo percorso, le sfide affrontate e le ambizioni per il futuro. Un’intervista che svela non solo l’atleta, ma anche la persona dietro il talento: una ragazza determinata, consapevole e pronta a lasciare il segno nel golf internazionale.
Allora Alessia, sei alla tua prima stagione sul LET, quali emozioni hai provato al debutto nel tour europeo?
Durante la prima gara ho avuto un mix di emozioni. Sicuramente una parte di me provava tensione, essendo un circuito e quindi un ambiente nuovo, ma ero anche molto felice di essere lì dopo essermi guadagnata la carta a Dicembre e non vedevo l’ora di scendere in campo e confrontarmi con le altre giocatrici. Sono riuscita a gestire bene la pressione della prima gara e dopo il primo colpo gran parte della tensione che avevo è svanita e sono riuscita a godermi ogni momento della gara.
C’è stato un momento preciso in cui hai realizzato: “Ce l’ho fatta, sono una giocatrice professionista”?
Il momento in cui ho pensato “ce l’ho fatta, sono diventata una giocatrice professionista” è stato a Dicembre alla Q school in Marocco. Ho avuto tanti momenti di riflessione durante il mio percorso universitario sul golf e avevo stabilito che l’obiettivo di fine anno era giocare sul LET l’anno successivo. Ho attraversato un momento buio in America e riuscire ad ottenere la carta è stata una soddisfazione immensa per me ed il mio team e mi ha dato molta convinzione sul mio futuro.
Come hai preparato questa stagione dal punto di vista tecnico e mentale?
Da quando sono rientrata dagli Stati Uniti ho creato il mio team composto da Enrico Trentin (coach del gioco lungo e gioco corto), Roberto Recchione (il mio maestro da sempre, con cui ci focalizziamo sulla visualizzazione e strategia in campo); Roberto Zappa (coach del putt), Giorgio De Pieri (preparatore atletico), Fabio Barbieri (fisioterapista ed osteopata) e Giorgio Leonardi (psicologo). Grazie anche al loro aiuto abbiamo fatto un piano, in cui ciascuno di loro si sarebbe focalizzato sul proprio settore. Mi seguono con moltissima dedizione e soprattutto molti di loro mi conoscono fin da quando ero piccola, che è per me un grande vantaggio, essendo tutti coach della nazionale femminile dilettanti di cui ho fatto parte fino ad agosto del 2024.
Qual è l’aspetto del tuo gioco su cui stai lavorando di più per competere al meglio nel LET?
L’aspetto del gioco su cui ho lavorato molto e su cui tuttora mi focalizzo maggiormente sono i ferri lunghi al green, con cui l’obiettivo è quello di prendere sempre più green con i colpi regolamentari. Nonostante ciò cerco sempre di non tralasciare nessun aspetto del gioco in quanto credo che sia importante anche continuare a lavorare sui miei punti di forza.
Hai già avuto modo di confrontarti con alcune delle migliori giocatrici del circuito. C’è stata un’avversaria che ti ha particolarmente impressionato?
Per ora, avendo partecipato ad una sola gara sul circuito, non posso dire di essere rimasta impressionata da una giocatrice in particolare. Sicuramente, durante le giornate di pratica ho osservato e ho notato un grande livello di gioco da parte di molte giocatrici.
C’è un torneo che hai segnato in rosso sul calendario e che aspetti con maggiore entusiasmo?
L’Aramco Series in Korea ad inizio maggio è sicuramente una delle gare che aspetto con più entusiasmo. Al di là dell’alto montepremi rispetto ad altre gare, sono molto felice del fatto che viaggerò con il mio maestro Roberto Recchione e mia mamma. É sempre bello e rassicurante avere al mio fianco persone a me care. Inoltre non sono mai stata in Korea, e ho in piano di visitare anche la città di Seoul.
Il golf femminile italiano è in crescita, con sempre più giocatrici che emergono a livello internazionale. Come vedi il futuro del movimento in Italia?
Negli ultimi anni si è notata una crescita del movimento golfistico femminile italiano importante. Ritengo che la nazionale femminile dilettanti aiuti moltissimo le giocatrici nel passaggio dal dilettantismo al professionismo. Ne ho fatto parte per 11 anni e sarò sempre grata delle opportunità che mi sono state date e dell’aiuto ricevuto, e per questo vorrei anche ringraziare la responsabile della nazionale femminile Anna Roscio, per avermi sempre supportata e sostenuta anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. I risultati ottenuti dalla nazionale dilettante femminile negli ultimi 10 anni sono stati di grandissima soddisfazione. Ritengo quindi che si debba continuare sulla stessa strada, investire sui giovani talenti, lasciare loro il tempo che facciano le proprie esperienze, ma siamo in buone mani vista l’altissima preparazione del settore tecnico.